Perché produrrebbe impatti distruttivi e pericolosi per l’ambiente e per la nostra salute.
Perché il suo costo, già sottostimato, è destinato a diventare esorbitante per l’aumento dei prezzi delle materie prime.
Perché i soldi vadano a opere di reale conversione ecologica, come la bonifica delle aree inquinate.
Perché è arrivato il tempo di superare un modello di sviluppo che ci sta portando al disastro.
OGNUNO DI NOI PUO’ DARE IL SUO CONTRIBUTO!
APPELLO PER LA MANIFESTAZIONE DEL 2 APRILE 2022
“Salviamo Trento dalla circonvallazione ferroviaria AC/AV”
In un momento storico particolarmente drammatico dal punto di vista ecologico e sociale, in cui sarebbe necessario un reale cambiamento del nostro modello di produzione e consumo, il governo italiano ha proposto un Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) che ha fra i suoi pilastri la vecchia ricetta della cementificazione.
In questo quadro rientra il finanziamento della circonvallazione ferroviaria di Trento, fortemente sponsorizzato dal Comune e dalla Provincia Autonoma e parte del più ampio progetto di corridoio ferroviario Alta Velocità/Alta Capacità tra Verona e il Brennero. Il PNRR sta consentendo al progetto un iter accelerato e totalmente imposto dall’alto che rischia di piombare come una mannaia sulla carne viva del territorio trentino già tra poche settimane.
Di qui l’urgenza del nostro appello che non intende essere solo una chiamata al corteo del 2 aprile, ma ad una mobilitazione più generale della cittadinanza trentina e non, l’unica che possa fermare le mire di politici e cordate imprenditoriali e impedire la realizzazione di un disastro annunciato.
Il progetto di circonvallazione (10,5 km di galleria sotto la Marzola più altri 3 km all’aperto distribuiti tra Trento Nord e Mattarello) è un opera che disarticola la città, crea danni e disagi e mette gli abitanti a rischio di una pesante catastrofe ambientale:
– è una mezza circonvallazione che libera dal traffico merci una piccola parte della città e sfocia in uno dei suoi quartieri più popolari, San Martino per poi attraversare i Solteri, Cristo Re, Roncafort e Gardolo creando una nuova e pesante barriera fra la parte est e quella ovest di Trento;
– passa attraverso le aree inquinate di Trento nord, dal 2003 Sito Inquinato di interesse Nazionale (SIN), dove è prevista una forte movimentazione del terreno senza una reale bonifica, mettendo a rischio la salute dei lavoratori impiegati nella realizzazione della circonvallazione e la popolazione circostante, viste le caratteristiche altamente volatili degli inquinanti di quelle aree (piombo tetraetile, mercurio ed idrocarburi); minimizza la pericolosità dell’intervento quando invece i terreni inquinati da asportare saranno nell’ordine dei 70/80.000 metri cubi da conferire con costi enormi in una discarica speciale (che il progetto di Italferr si guarda bene di indicare!); utilizza gran parte delle aree inquinate di Trento Nord come deposito dei materiali di scavo della galleria sotto la Marzola e lo fa usando per protezione un “capping” ridicolo, una copertura di appena trenta centimetri di terra; prevede metodi di scavo delle trincee, dove correrebbero i binari, che porterebbero l’inquinamento dalla falda superficiale alla falda profonda, mettendo tutta la città ed il fiume Adige di nuovo a rischio ambientale e facilitando l’allargamento delle aree inquinate;
– prevede la realizzazione di una galleria a due canne per ben 10,5 km sotto la Marzola senza aver elaborato alcun modello geologico del territorio, pur essendo noto che quella montagna è interessata da una paleofrana in movimento, che l’uso contemporaneo di quattro enormi frese per lo scavo potrebbe accelerare con conseguenze pesanti per la collina est;
– mette a rischio centinaia di sorgenti nella collina est della città ed opera utilizzando metodi di indagine statistica inadeguati e spesso riferiti a monitoraggi geognostici avvenuti 15 o 20 anni fa. A essere minacciati sono sia una parte consistente di acquedotto cittadino (le canne della gallerie transitano a soli 47 metri sotto il torrente Fersina) che altri importanti corsi d’acqua (Rio Salè). I cittadini di Mattarello hanno messo in luce come a rischio sono ben 3 milioni di metri cubi di acqua all’anno, che la realizzazione della circonvallazione potrebbe far perdere in maniera definitiva, originando fenomeni di desertificazione sulla collina;
– prevede enormi disagi in termini di inquinamento acustico e da vibrazioni ipogee, sia agli imbocchi della galleria che in tutta la città, pesanti problemi di traffico cittadino, connessi alla chiusura temporanea di via del Brennero, al suo spostamento ed alla presenza del cantiere nord, con sicuro intasamento della tangenziale, già oggi fortemente oberata di traffico;
– prevede la realizzazione di due enormi cantieri a nord ed a sud di Trento con un traffico costante in ingresso ed in uscita di almeno 1200 tir al giorno, trasformando l’intera città in un cantiere per molti anni e riducendone pesantemente la qualità della vita;
– prevede espropri e abbattimenti di abitazioni ed edifici commerciali a San Martino;
– toglie a Trento, primo comune agricolo della provincia, 50 ettari di terreno di cui almeno 30 agricoli ed in piena produzione e lo fa colpendo una circoscrizione, quella di Mattarello, dove la insipienza delle politiche comunali e provinciale hanno recentemente decurtato di altri 28 ettari le aree agricole produttive;
– prevede l’imbocco sud della galleria a due canne che bucherà la Marzola nell’area circostante Villa Bortolazzi, sottoposta a vincolo culturale e paesaggistico dove è vietata qualsiasi edificazione;
– cancella per almeno due anni la ferrovia Trento-Malè e rischia di produrre la cancellazione definitiva di questa ferrovia locale, con pesantissime conseguenze per chi normalmente la usa per raggiungere Trento provenendo dalla piana Rotaliana e dalle valli di Non e di Sole;
– rischia di produrre forti allagamenti nella zona dei Solteri, dovuti alla realizzazione delle trincee dell’imbocco nord della galleria che finiranno per costituire barriera al normale deflusso della falda superficiale.
La circonvallazione di Trento è un’opera energivora in aperto contrasto con le tanto decantate necessità di dimezzare entro il 2030 e di azzerare entro il 2050 le emissioni di CO2. Secondo le stesse stime discutibili dei promotori ci vorranno venti anni di attività del solo tunnel di base del Brennero e del lotto 1 per azzerare la CO2 prodotta dalla loro realizzazione!
La circonvallazione di Trento rischia di lasciare alla città ed alla Provincia un pesante debito e di non avere copertura finanziaria per la sua completa realizzazione. Lo stesso progetto di RFI ha una cronologia che ne prevede la realizzazione almeno un anno dopo il limite massimo fissato dalla Commissione Europea perché le opere siano realizzate (giugno 2026). Lo stanziamento previsto non copre i costi dell’opera (la realizzazione della galleria del Brennero costa 140 milioni a km mentre quella prevista sotto la Marzola secondo i suoi progettisti non raggiungerebbe gli 80!), senza contare l’aumento dei costi delle materie prime e delle frese da scavo (il cui prezzo è quadruplicato nell’ultimo anno). E’ forte il rischio di trovarci fra qualche anno con un’opera non finita e priva di finanziamenti, davanti ad un lavoro incompiuto che ha pesantemente devastato la città.
La circonvallazione di Trento è un opera la cui utilità è tutta da dimostrare.
Siamo in presenza di un traffico merci, crollato dopo la crisi del 2008, che solo parzialmente si è ripreso (siamo ancora a meno 20% rispetto al 2008) e ad un uso della ferrovia del Brennero pari a circa la metà della sua reale capacità (14 milioni di tonnellate a fronte delle 28 potenziali).
Ad usare il valico del Brennero è per almeno il 30% del traffico merci quello che ha preso il nome di “traffico deviato”, richiamato su quella linea dal basso costo delle tariffe autostradali, dagli aiuti al traffico merci in termini di risparmio sul costo del gasolio ed infine dal costo del gasolio stesso in Austria. Una diversa politica tariffaria sulla A22 garantirebbe da sola sia una reale diminuzione del traffico di tir che un maggiore utilizzo della rotaia nel traffico merci da e per il centro Europa e la Germania, ma su questo ne la Provincia Autonoma di Trento ne la città capoluogo si sono mossi, preferendo le grandi opere alle politiche di qualità.
La cultura delle grandi ed inutili opere è alla base della realizzazione della circonvallazione di Trento, un’opera che unitamente alla realizzazione del completamento della A31 (la PIRUBI) ed al raddoppio della statale della Valsugana da Castelnuovo a Grigno trasformerebbe la valle dell’Adige in un nastro trasportatore di merci verso la Germania, a discapito delle vere eccellenze del Trentino: l’ambiente, il paesaggio, la montagna.
L’appuntamento è per tutti il 2 APRILE 2022, alle ore 14,30 in Largo Nazario Sauro a Trento